Verifiche sull’idoneità all’assegno di mantenimento
CONTROLLI INVESTIGATIVI PER L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO
Indagini utili a garantire il diritto all’assegno
Quando si parla di separazione legale, sia essa consensuale o giudiziale, il legame matrimoniale viene sospeso ma non ancora sciolto come avviene con il divorzio. Durante questo periodo intermedio, lo status giuridico dei coniugi rimane immutato: vengono meno soltanto i doveri affettivi e di collaborazione, ma resta valido l’obbligo di assistenza materiale. Questo può comportare la necessità di riconoscere un assegno di mantenimento al coniuge economicamente più fragile, ovvero senza reddito o con entrate insufficienti a garantire un adeguato stile di vita.
L’assegno di mantenimento può essere modificato nel tempo, sia nei confronti dell’ex coniuge che dei figli. Ogni richiesta di revoca o variazione sarà valutata dal Tribunale, che deciderà dopo aver ascoltato le posizioni di entrambe le parti. Le motivazioni più comuni per la revoca dell’assegno all’ex coniuge sono:
– l’inizio di una stabile attività lavorativa che garantisca indipendenza economica;
– la contrazione di un nuovo matrimonio da parte del beneficiario.
Al contrario, la convivenza non comporta automaticamente la perdita del diritto, a meno che non sia provata una modifica sostanziale della situazione economica.
Va tenuto presente che il coniuge obbligato al versamento dell’assegno di mantenimento, anche in caso di nuovo matrimonio, non viene sollevato dai propri doveri economici derivanti dalla separazione.
Diversa è la questione legata al mantenimento dei figli, dove il centro dell’attenzione è il loro benessere psico-fisico e la crescita equilibrata. L’obbligo non termina al compimento dei 18 anni, ma continua finché il figlio non ottiene una stabile autonomia economica. Nel caso in cui il figlio maggiorenne rifiuti consapevolmente offerte lavorative adeguate, il giudice può valutare una riduzione o interruzione del mantenimento.
Va però specificato, secondo la Cassazione civile, Sezione I – Sentenza n. 8221/2006, che bisogna distinguere tra chi rinuncia a un impiego inadeguato o incoerente con il proprio percorso, e chi invece dimostra inattività immotivata o negligenza.
CAMBIO DELL’ASSEGNO DI MANTENIMENTO: I MOTIVI PIÙ FREQUENTI E L’UTILITÀ DELLE INDAGINI
- Rilevamento di impieghi svolti in modo non dichiarato
- Indagini su eventuali convivenze durature in corso
- Esame delle abitudini di vita di ex coniugi o figli maggiorenni
- Verifica della situazione professionale attuale
- Identificazione di nuove relazioni sentimentali o matrimoni
- Analisi dell’eventuale avvio di nuove imprese o attività
- Tracciamento di investimenti effettuati recentemente
- Controllo su possibili acquisti di immobili o beni rilevanti
- Studio di iniziative economiche o commerciali intraprese di recente
- Valutazione delle modifiche nei redditi percepiti nel tempo